lunedì 13 settembre 2010

Mostro della mente

Non c'è giorno in cui non dedichi almeno un pensiero a quel mostro che per un periodo della mia vita ha occupato la mia mente. Ci sono giorni in cui mi guardo nello specchio e fatico ancora a vedere riflessa la mia anima e so che quel mostro, rabbioso della cacciata, soffre nel vedermi libero e si dimena per rendermi di nuovo schiavo. Ma quando hai visto l'abisso e hai ritrovato la strada allora capisci che e' il buio il suo nutrimento e non hai piu' paura. Oggi sono io a decidere. Oggi scelgo di vivere.
 

giovedì 9 settembre 2010

Sul vegetarianismo e sul buon senso

Da ormai diversi anni ho scelto di adottare una dieta principalmente vegetariana. Dico principalmente” perche’ sono abbastanza lontano dal prototipo del vetegariano comunemente immaginato. Quindi niente capelli lunghi, ne’ orecchini, ne’ abbigliamento da yogi o guru indiano, ne’ sguardo mistico perso nel vuoto, tanto per citare solo alcuni dei luoghi comuni che circondano i vegetariani. Sono un uomo d’affari, un dirigente d’azienda, spesso in viaggio per lavoro e quindi spesso costretto ad alimentarsi nelle tarde ore della notte in alberghi non sempre proni ad offrire “alternative vegetariane”. Ho per un periodo della mia vita cercato di adottare una scelta piu’ radicale, finendo, se ricordo bene, con un livello di colesterolo intorno a 300mg, per via dei formaggi che praticamente ogni hotel mi propinava come unica scelta “non carnivora” dopo le 22:00. Eppure, ahime’, da quando ho adottato questa scelta, ho sempre avuto molta piu’ difficolta’ a “sopportare” le derive estremiste e talvolta deliranti dei miei “colleghi” piuttosto che le teorie, a mio avviso errate, ma pur sempre rispettabili di chi non condivide la mia scelta. Ed e’ sempre stato da altri vegetariani “piu’ puristi” di me che ho dovuto subire le inquisizioni piu’ rigide e le lezioni di moralismo piu’ taglienti in merito alla mia presunta incoerenza; insomma, non mangi carne e pesce, ma perche’ le uova, e perche’ il latte e perche’ i formaggi, e poi il caglio e poi…che due palle! Scrivo articoli di alimentazione che propongo saltuariamente ad alcuni siti dedicati alla nutrizione, non solamente vegetariana. Eppure l’attacco piu’ violento mi e’ stato sferrato da un sito di nutrizione vegana in risposta ad un mio articolo che, nel parlare dei grassi saturi, elevava il burro ad un livello qualitativo, dal punto di vista nutrizionale, migliore degli olii vegetali idrogenati. Un ragionamento che, credo e spero, nessun esperto di nutrizione avrebbe problemi a condividere ma che e’ invece apparso addirittura “assurdo” a chi considera la mungitura delle vacche un atto “indegno”. Alleluia! Ma perche’ essere vegetariano significa necessariamente diventare isterici e autoreferenziali? Sono fermamente convinto che sia la presunzione che la nostra scelta sia eticamente e moralmente migliore a rendere il vegetarianismo ancora un concetto poco comprensibile e, sopratutto, antipatico a molti. Io ripudio la teoria secondo la quale il nostro comportamento sia migliore di tanti altri, perché io stesso, prima ancora di essere vegetariano, ho mangiato animali, eppure non ho mai pensato per questo di essere un reietto. Il vegetarianismo e’ una scelta difficile, che richiede tempo, maturazione, impegno, dedizione ed anche risorse economiche. Provate un po’ ad alimentare una famiglia di 5 persone a fettine di tofu biologico, spezzatino di soia organica o bistecche di seitan; provate a sostituire latte e biscotti con latte di soia biologico, gallette senza grassi aggiunti e succo puro di uva e melograna senza conservanti: probabilmente una famiglia “normale” non arriverebbe alla seconda settimana del mese. Due volte su tre, quando pago il conto del mio shopping vegan-biologico al negozietto di fiducia, sono costretto a pagare con carta di credito perche’ il contante che ho a disposizione non mi e’ sufficiente. Allora una scelta etica si’, ma forse anche una sega mentale per ricchi, mi dico provocatoriamente. Quanta terra e quanta acqua sono serviti per produrre la mia rachitica carota biologica? Non me ne vogliano i miei amici vegetariani. Le mie sono “autoprovocazioni”, o, se volete, ragionamenti ad alta voce che mi aiutano a mantenere un giusto livello di umilta’ ed evitare derive autoreferenziali. Oggi mi definisco un “vegetariano di buon senso”, convinto delle mie scelte ma rispettoso di quelle altrui, consapevole dei principi che giustificano la mia scelta, ma senza dogmatismi, sempre pronto a riflettere sulle critiche e sulle posizioni diverse e, sopratutto, innamorato delle mie incoerenze e delle mie incertezze. Per questo auspico sempre un maggiore sforzo da parte di noi vegetariani ad abbandonare ambizioni di proselitismo a favore di comportamenti di buon senso, fondati sull’equilibrio e sul rispetto, per fare in modo che le nostre scelte vengato capite anziche’ imposte.

Negativity bias

Clinical psychologist say that two kind of people seek theraphy: those who need tightening and those who need loosening. But of every patient seeking help to become more organised, self-controlled and responsible, there is a waiting room full of people hoping to loosen up, lighten up and worry less about the stupind things that ruin their life. Why is that? It is based on a simple principle that goes back to our brain development that sounds like: "bad is stronger that good". Imagine how the mind of a fish is developed. Does it have to respond as strongly to opportunities as to threats? No way. The cost of missing food is low; odds are that there are many other fishes and food in the sea and that one mistake won't certainly lead to starvation. But what is the cost of missing the sign of a coming predator? Catastrophic, game over, end of the line. This principle is called "negativity bias". Psychology has found that human mind reacts to bad things more quickly, strongly and more persistently than to equivalent good things.
The fact is that our behaviour is governed by opposing motivational systems: an approach system, which triggers positive emotions and makes you want certain things; and a withdrawal system, which triggers negative emotions and makes you pull back from other things. Both systems are always active, monitoring the environment around us and ready to shift the balance in an istant and can change the way you evaluate things that happen next. In psychology there is an an experiment called "affective priming". You sit in front of a computer and you star at a dot at the center of the screen Every few seconds a word is flashed over the dot. In the experiment people have to tap with their right hand if the word means something good or likable and with their left hand if the word means something bad or dislikable. Unbeknownst to people, the computer also flashes out another word, a subliminal message, before the target word you are asked to rate. the experiment has proven that is the subliminal word is "fear", it would register a negative print on your mind, which will influence your opinion on the target word. So if the following word is boredom, you will find it easier tos ay that boredom is bad. If the word is garden, it will take you longer to say that it is good because it takes you few seconds to shift your meter from bad to good. Meditation can help in providing the tools to creat that positive attitude, that bright filter to our mind that can help to evaluate less negatively bad things and more positively good things.

martedì 7 settembre 2010

"Passiamo molta della nostra vita a fare nulla, gran parte ad odiare gli altri e quasi tutta a far qualcosa di diverso da cio' che vorremmo fare". Seneca

lunedì 6 settembre 2010

Maschere

Mero osservatore / di un popolo che non conosco
di gioie effimere / e vite strette a un cappio
a ognuno la sua maschera / a ognuno il suo destino
e un alito di vento / carezza l'Infinito

Shanty