martedì 28 dicembre 2010

Le stranezze di Maria Vergine

Gesu' non ha mai detto di essere nato da una vergine che lo aveva concepito per intervento di un Dio.
Ma allora perche' inserire in una religione gia' cosi' carica di misteri e di fatti inspiegabili e contraddittori pure il paradosso di una donna fecondata da un Dio e rimasta vergine anche post partum, circostanza della quale non parlano mai ne' Gesu' ne Paolo, il primo evangelista.
Si fa strada, quindi, fra alcuni studiosi, l'ipotesi interessante che quella della verginita' di maria sia stata una forzatura della Bibbia ebraica (nel senso che la Bibbia ebraica e' stata forzata).
La parola ebraica che traduciamo con "verginr" e' ALMAH, che indica genericamente una giovane donna, termine concettualmente vicino al tedesco Jungfrau. Ma nella Bibbia dei Settanta, traduzione in greco del testo ebraico, il termine Almah diventa parthenos, che significa invece vergine in senso anatomico del termine, donna cioe' con l'imene ancora intatto.
Maria e' oggetto inoltre di almeno altri due fenomeni particolari nella letteratura religiosa: la cosiddetta "dormitio Virginis", per cui la Madonna non muore alla fine della sua vita, ma semplicemente si addormenta per essere subito assunta in cielo.
E poi il dogma dell'assunzione in cielo di Maria, corpo e anima come suo figlio, e' stato proclamato nel 1950, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale che aveva visto milioni di giovani vite stroncate

L'invenzione della resurrezione

La Resurrezione potrebbe essere un' invenzione.
E' questa la tesi presentata nel XVIII secolo da Samuel Reimarus, un oscuro-fino a quel momento-professore di lingue orientali, che permette che siano pubblicati alcuni brani di una sua opera, Frammenti dell'Anonimo di Wolfenbuttel. In uno di questi, dal titolo Sullo scopo di Gesu' e dei suoi discepoli, si afferma infatti una tesi inaudita. I discepoli di quel profeta, scossi dal fallimento storico del proprio leader, afflitti dalla sua fine atroce, ne inventano la resurrezione, comininciano insomma a rivestirlo di un'embrionale teologia. In poche parole ne fanno un dio. Gesu', secondo reimarus, era sopratutto un messia politico, un liberatore della terra d'Israele dal dominio romano. I suoi discepoli ne avrebbero rubato il cadavere dopo la morte sul patibolo, inventato la resurrezione e cosi' cominciato a costruire la figura del Cristo.
Gesu', del resto, non puo' essere considerato fondatore del Cristianesimo, perche' egli appartiene semmai alle sue premesse. Il vero fondatore e' Paolo, poiche' la nuova religione non nasce ne' dal messaggio di gesu' ne' dalla sua vita, bensi' dall'azione di coloro che lo hanno ritenuto figlio di Dio, proclamandolo risorto dalla morte.

lunedì 27 dicembre 2010

GESU', CRISTIANESIMO, EBRAISMO

Il cristianesimo delle origini e' profondamente radicato nell'ebraismo.
Gesu' era pienamente ebreo e lo e' rimasto per sempre cosi' come ebrei erano gli apostoli. Tutto il resto e' venuto dopo, gli e' stato cucito addosso e lui non l'ha mai saputo!
Gesu' non ha mai detto di voler fondare una chiesa che portasse il suo nome; di dover morire per sanare con il suo sangue il peccato di Adamo ed Eva, per ristabilire cioe' l'alleanza tra Dio e gli uomini. Non ha mai detto di essere nato da una vergine che lo aveva dato alla luce per intervento di un Dio; di essere un'unica ed indistinta sostanza con suo padre, Dio in persona, ed una vaga entita' immateriale denominata spirito. Gesu' non ha mai battezzato nessuno, non ha mai istituito nessuna gerarchia ecclesiastica finche' fu in vita, mai ha parlato di precetti, norme, carciche, vestimenti, ordini di successione, liturgie, formule; non ha mai pensato di creare una sterminata falange di santi; non ha mai chiesto che alcuni testi (vangeli) riferissero le sue parole, ne' ne ha mai scritto alcuno personalmente salvo poche parole vergate con il dito sulla polvere.
Di fatto, dopo di lui, e nel suo nome, queste e altre novita' sono state introdotte, e dall'unica religione dell'unico Dio si e' generata una nuova religione con tre persone divine. Occorre pero' chiedersi se queste novita', che di fatto hanno separato il cristianesimo dall'ebraismo, sono state esplicitamente volute da Gesu' al quale le si riconduce, oppure se si sia trattato di operazioni successive, e in sostanza illegittime, cioe' di sviluppi indebiti che Gesu' non avrebbe mai approvato.
Anche la famosa frase "questo e' il mio sangue dell'Alleanza versato per molti in remissione dei peccati" potrebbe non essere originale. Sembra infatti che "in remissione dei peccati" potrebbe essere un aggiunta successiva dell'evangelista Matteo.

Su Dio e la creazione degli uomini

Diciamo la verita': Dio ha sempre avuto una pessima opinione delle creature appena sfornate. Tanto per iniziare li ha cacciati a pedate dal suo regno subito dopo averli creati. Successivamente era poi cosi' in collera da mettere addirittura un angelo, spada in pugno, a guardia della porta, per essere sicuro che quelli non potessero in alcun modo rientrare. Ma anche gli avvenimenti successivi, almeno a quanto ci dicono i testi sacri, non fanno che confermare la profonda delusione di Dio per le sue creature. Se la creazione fosse stato un procedimento industriale, potremmo constatare l'esistenza di un difetto di fabbricazione. Ma nel suo furore, l'Onnipotente va ancora piu' in la. Nella Genesi, infatti, e' scritto che il Signore si accorse che la malvagita' degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E si penti' di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addoloro' in cuor suo e quindi disse: "Sterminero' dalla terra l'uomo che ho creato". Ecco fino a che punto arrivo' la collera e il pentimento di Dio per aver creato glu uomini. Non si trattava neanche piu' di ritirare il prodotto dal commercio, ma di distruggere il prototipo per costruire qualcosa di meglio. Una vera e propria delusione!

Catechismo contraddittorio

Anche negli insegnamenti del catechismo vi sono diverse affermazioni in aperta contraddizione tra loro. Prendiamo ad esempio l'affermazione presente nell'articolo 58 del Compendio del catechismo della chiesa cattolica: "Dio permette che ci siamo i mali per trarre da essi un bene piu' grande". Tale affermazione e' in aperta contraddizione con quanto riportato dall'articolo precedente, il 57, nel quale si legge testualmente "  "Dio non e' in alcun modo, ne' direttamente ne' indirettamente, la causa del male". Senza considerare che l'articolo 58, affermando che "Dio permette che ci siamo i mali per trarre da essi un bene piu' grande" gli attribuisce la logica, eticamente riprovevole, del fine che giustifica i mezzi, condannata dallo stesso testo all'articolo 368. Che dire? Una performance davvero disastrosa degli autori del compendio.

giovedì 23 dicembre 2010

Abdicare alla scienza ed alla ragione, rinunciare alla mente razionale, vuol dire prendere acriticamente per buona qualsiasi sciocchezza o qualsiasi follia e significa esporsi ad una forma di anarchia intellettuale che invece di liberare l'uomo finisce per renderlo schiavo di qualche nuova tirannide

sabato 18 dicembre 2010

Cattolicesimo, Dio e Male

Nella dogmatica cattolica esistono tre assunti che logicamente creano un paradosso nella relazione tra Dio è il male è che non e' possibile tenere insieme:
1) Dio è onnisciente  
2) Dio è onnipotente  
3) Dio è buono
Se infatti Dio ignora che il male esiste, allora non e'onnisciente; 
Se non lo ignora e pur non volendolo (essendo buono) non può non permetterlo, allora non è un dio onnipotente;
Se non lo ignora e lo permette allora non è buono.
La dogmatica tradizionale non riesce a rinunciare a nessuno dei tre assunti, ma non e' in grado di comporli logicamente.

giovedì 14 ottobre 2010

La margarina


Cominciamo dalla definizione. Wikipedia, ormai popolare enciclopedia libera del web, la definisce “... prodotto alimentare, di consistenza tra il solido e il cremoso, a base di grassi vegetali, per la maggior parte saturi, distribuito come succedaneo del burro”.
Nella cultura popolare la margarina e’ comunemente considerata “meno grassa” e “piu’ salutare” del burro, credenza solitamente basata sulla presenza preponderante di grassi vegetali. La margarina, in realta’, come descriveremo dettagliatamente in questo articolo, non solo non e’ affatto piu’ salutare del burro, ma addirittura non puo’ neanche essere considerata un prodotto alimentare. Essa, infatti, e’ un composto industriale di sintesi, inventato nel 1869 da un chimico francese come sostitutivo economico del burro e veniva inizialmente prodotta con grasso bovino e latte scremato, grassi quindi di origine animale.
Oggi l'impiego dei grassi animali é limitato invece alla produzione delle margarine destinate all'industria pasticciera, mentre le margarine destinate al consumo domestico sono ottenute preferenzialmente da oli vegetali. L’uso dei grassi vegetali e’ proprio uno dei punti di forza che il marketing delle industrie alimentari utilizza per raggirare i consumatori e creare l’illusione di un prodotto sano. Nelle etichette, infatti, vi e’ spesso solo una vaga dicitura “oli vegetali”, senza specificare quali. Purtroppo, pero’, non tutti gli oli vegetali sono benefici per il nostro organismo. Sempre piu’ spesso, infatti, gli oli utilizzati dall’industria alimentare sono “oli tropicali”, tutti ricchissimi di grassi saturi, caratteristica peculiare dei grassi di origine animale, ma con il vantaggio (solo per le industrie alimentari!) di essere economici e consentire ai prodotti di durare a lungo, proprio grazie alla scarsa presenza di grassi insaturi. I due olii tropicali piu’ utilizzati sono l’olio di di palma e l’olio di semi di colza. Il primo e’ ricchissimo di grassi saturi ed e’ caratterizzato da un notevole contenuto di grassi saturi a catena lunga, in particolare palmitico, lo stesso contenuto nel burro. E’ l’olio vegetale piu’ dannoso per il cuore e le arterie, proprio a causa dei grassi saturi a catena lunga. L’olio di semi di colza si ricava dai semi di Brassica Napus oleifera e di Brassica Campestris, della famiglia delle crucifere. L’olio che ne deriva e’ ricchissimo di acido erucico, una sostanza che il nostro organismo metabolizza con difficolta’ e che si accumula nei grassi del muscolo cardiaco, causando alterazioni.
Gli acidi grassi polinsaturi, contenuti negli oli di origine vegetale, sono particolarmente instabili e vanno incontro rapidamente ad ossidazione e irrancidimento. Per ovviare a tale inconveniente gli oli vegetali utilizzati nella produzione della margarina vengono sottoposti ad un processo cosiddetto di “idrogenazione”. Atomi di idrogeno vengono aggiunti alle molecole dei grassi, elevando cosi’ il “punto di fusione” del grasso, in modo che rimanga solido a temperatura ambiente. Durante il processo di idrogenazione l'olio viene riscaldato a una temperatura variabile , di solito 170-180 gradi, in presenza di un catalizzatore (il nichel è il più usato, ma anche il rame e il platino) e di idrogeno. A reazione completata, si procede a una deodorazione, in modo identico al processo di raffinazione. L'acido grasso cosi’ ottenuto diventa quindi "meno insaturo", e di conseguenza non deperisce e risulta meno soggetto a irrancidimento, cosa molto gradita alle industrie alimentari che possono cosi’ allungare notevolmente la vita dei prodotti.
I grassi ottenuti dai processi di idrogenazione, a causa dell'elevata temperatura che si raggiunge durante il trattamento, sono quindi di tipo trans, nella misura del 25% - 45% rispetto al quantitativo totale di grassi. Per la loro particolare configurazione molecolare, questi grassi sono accusati di contribuire allo sviluppo di alcune malattie del metabolismo e della circolazione. Dato che questi grassi non esistono in natura, il nostro organismo non li riconosce e non trova istruzioni su come comportarsi in modo efficace con loro, finendo per agire come un vero e proprio veleno su talune reazioni cellulari critiche. Il corpo tenta infatti di usarli come fossero buoni, cercando di utilizzarli per proteggere le membrane cellulari. In realtà la protezione fallisce, alterando il processo di osmosi tra cellula e micronutrienti, non consentendo il normale apporto di minerali e di altre sostanze nutritive e permettendo a microbi, batteri e composti chimici tossici di entrare nelle cellule più facilmente, lasciando quindi l’organismo con minori difese. Tali grassi possono inoltre deviare il normale meccanismo fisiologico per l'eliminazione del colesterolo. Il fegato stiva infatti l'eccesso di colesterolo nella bile e lo invia alla cistifellea che lo svuota nell'intestino tenue giusto sotto lo stomaco. I trans-grassi bloccano questa conversione e contribuiscono ad elevare il livello di colesterolo nel sangue. I risultati ottenuti dagli studi epidemiologici effettuati su un grande numero di persone appartenenti a diverse popolazioni dal 1960 ad oggi hanno dimostrato che l'assunzione di un'elevata quantità di acidi grassi trans fa diminuire il rapporto tra colesterolo buono (HDL) e quello cattivo (LDL) in modo maggiore rispetto a qualsiasi altro tipo di grasso, aumentando quindi il rischio cardiovascolare. In pratica si abbassa quello buono e aumenta quello cattivo, cosa che non avviene nel consumo dei grassi saturi che se da un lato aumentano il colesterolo cattivo, dall’altro fanno almeno aumentare una quota di colesterolo buono. Il processo di idrogenazione, inoltre, utilizza spesso il nichel come catalizzatore, un prodotto potenzialmente nocivo che in teoria dovrebbe essere rimosso al termine dei processi di lavorazione, ma non è escluso che ne rimanga una certa quantità. A differenza del burro, inoltre, la legge permette nella margarina l’uso di additivi chimici che forniscono un aspetto e un gusto accattivante ad un prodotto che altrimenti non sarebbe affatto appetibile.
La margarina è quindi un non-cibo ed in natura solo gli esseri umani sono così pazzi da cibarsene. Provate infatti a lasciare un mattoncino di margarina su un tavolo di una casa di campagna per qualche tempo e vedrete che, a meno che non se lo mangi il vostro vicino, rimarrà inalterato; grazie infatti ai grassi parzialmente idrogenati, esso non verra’ intaccato da larve, insetti, roditori o altri microrganismi che, appunto, non lo identificano come commestibile. Un particolare agghiacciante: gli allevatori di suini non usano grassi idrogenati (tra l’altro a basso costo) perche’ considerati nocivi per gli animali.
Ma come fanno allora le multinazionali alimentari a rifilarci questo veleno senza che alcuna autorita’ preposta al controllo intervenga? Cio’ e’ possibile grazie ad un raggiro legale messo in atto dalle industrie alimentari. Poiche’ infatti i grassi nella margarina sono solo “parzialmente idrogenati”, i produttori possono dichiarare che essa e’ un prodotto "polinsaturo" e vendercela quindi come cibo sano.
Da tempo, spinte dalla sempre maggior coscienza alimentare dei consumatori, le aziende alimentari stanno progressivamente abbandonando l’utilizzo dei grassi idrogenati, ammettendone ora la loro nocivita’ ed assumendo un comportamento ben poco coerente, dato che solo fino a pochi anni fa avevano sostenuto l’innocuita’ dei grassi trans. Molte aziende hanno quindi abbandonato la produzione di margarina classica per sostituirla con la margarina non idrogenata, prodotta attraverso un processo di frazionamento e non di idrogenazione. L’assenza di grassi idrogenati ha, secondo le industrie alimentari, consentito di sdoganare definitivamente la margarina, catalogandola addirittura tra i prodotti salutistici. In realta’ il processo di frazionamento e’ un processo fisico che, attraverso l’utilizzo della temperatura e della pressione, ma senza sostanze chimiche, e’ in grado di separare la parte satura di una sostanza grassa da quella insatura. La parte satura, che ha tutte le caratteristiche ideali per la margarina (solida a temperatura ambiente, poco deperibile) viene poi utilizzata per produrre la margarina non idrogenata. La margarina non idrogenata, quindi, in termini di qualita’, si trova immediatamente sopra il peggio del peggio, dato che per produrla si prendono degli oli vegetali generici, si butta via la parte meno dannosa e si tiene quella peggiore, i grassi saturi appunto.
Un altro metodo di produzione delle margarine “salutari” e’ l'interesterificazione, un sistema che modifica la struttura chimica degli acidi grassi ridistribuendoli tra varie fonti lipidiche ma senza idrogenarli. In questo modo la produzione di grassi idrogenati è molto ridotta o addirittura nulla.
Dall'esame di questi due sistemi di produzione capiamo come i prodotti contenenti grassi vegetali non idrogenati,, pur essendo leggermente migliori di quelli che fanno uso dei tradizionali grassi vegetali, sono comunque prodotti manipolati artificialmente, non naturali e solitamente ricavati da oli di qualità scadente o già rancidi. Inoltre, questi alimenti presentano comunque un elevato contenuto di acidi grassi saturi, proprio perché semisolidi a temperatura ambiente.
Da notare che recentemente sugli scaffali dei supermercati iniziano a vedersi addirittura “margarine bio”. Sara’ bene evidenziare che il termine “bio” in questi casi sta semplicemente ad indicare “non idrogenata” e non “interesterificata”, il che non e’ certamente sinonimo di biologico, anzi: la margarina “bio” e’ quasi sempre frutto di processi di frazionamento di grassi tropicali.
Tra i trucchi messi in atto dalle industrie alimentari, infine, si e’ recentemente aggiunto lo specchietto delle allodole del colesterolo. La dicitura "senza colesterolo" è assolutamente fuorviante per il consumatore medio. Le margarine non contengono colesterolo perche’ il colesterolo e’ una molecola lipidica presente in natura solo nei grassi di origine animale. Ma, come ampiamente evidenziato in precedenza, questo non dice nulla ne’ sulla presenza di acidi grassi idrogenati ne’ sulla qualità degli oli impiegati per la loro produzione. Paradossalmente potrebbe addirittura trattarsi di un alimento più nocivo dei tradizionali, dove i grassi di origine animale sono stati sostituiti con grassi vegetali idrogenati, privi di colesterolo ma ben più pericolosi dei precedenti.
Dovendo quindi scegliere tra burro e margarina e’ certamente sempre meglio scegliere il primo, facendo attenzione alla sua qualita’ e, naturalmente, senza esagerare con le quantita’. Il colesterolo introdotto con l’utilizzo accorto del burro e’ cosa assolutamente irrilevante per un individuo che segua una dieta variata e normocalorica.
Per cucinare e’ quindi sempre meglio usare burro invece della margarina, naturalmente con moderazione. Meglio ancora, naturalmente, usare olio di oliva, anche per friggere, dato che gli oli leggeri polinsaturi, come quelli di girasole, cartamo o mais, si ossidano prontamente in dannosi radicali liberi alle alte temperature.

mercoledì 13 ottobre 2010

Sul desiderio

Non possiamo smettere di desiderare. E questo ci esalta e ci uccide al contempo. Il desiderio ci sostiene e ci crocifigge, portandoci ogni giorno sul campo di battaglia dove ieri abbiamo perso ma che, nel sole di un'altra giornata, ci sembra nuovamente terreno di conquista. E anche se domani moriremo, il desiderio ci fa erigere imperi destinati a diventare polvere, come se la consapevolezza che presto cadranno non riguardasse la sete di edificarli ora. Ben presto, pero' , aspiriamo ad un piacere senza ricerca, sogniamo una condizione felice che non abbia inizio ne' fine e in cui la bellezza non sia piu' finalita' ne' progetto, ma divenga la certezza stessa della nostra natura.

Cristianesimo Sofferenza e Sesso

Non se ne puo' piu' dei precetti cristiani radicati nella nostra cultura che ci dicono che la vita è sofferenza e solo il Cielo è gioia. Il cristianesimo non vuole far altro che distruggere la vita su questa terra e rendercela uno schifo. Che palle! Molte altre religioni si rivolgono alla vita, non alla morte, al benessere su questa terra, non sulle nuvole quando nessuno sa che succederà.


 

lunedì 13 settembre 2010

Mostro della mente

Non c'è giorno in cui non dedichi almeno un pensiero a quel mostro che per un periodo della mia vita ha occupato la mia mente. Ci sono giorni in cui mi guardo nello specchio e fatico ancora a vedere riflessa la mia anima e so che quel mostro, rabbioso della cacciata, soffre nel vedermi libero e si dimena per rendermi di nuovo schiavo. Ma quando hai visto l'abisso e hai ritrovato la strada allora capisci che e' il buio il suo nutrimento e non hai piu' paura. Oggi sono io a decidere. Oggi scelgo di vivere.
 

giovedì 9 settembre 2010

Sul vegetarianismo e sul buon senso

Da ormai diversi anni ho scelto di adottare una dieta principalmente vegetariana. Dico principalmente” perche’ sono abbastanza lontano dal prototipo del vetegariano comunemente immaginato. Quindi niente capelli lunghi, ne’ orecchini, ne’ abbigliamento da yogi o guru indiano, ne’ sguardo mistico perso nel vuoto, tanto per citare solo alcuni dei luoghi comuni che circondano i vegetariani. Sono un uomo d’affari, un dirigente d’azienda, spesso in viaggio per lavoro e quindi spesso costretto ad alimentarsi nelle tarde ore della notte in alberghi non sempre proni ad offrire “alternative vegetariane”. Ho per un periodo della mia vita cercato di adottare una scelta piu’ radicale, finendo, se ricordo bene, con un livello di colesterolo intorno a 300mg, per via dei formaggi che praticamente ogni hotel mi propinava come unica scelta “non carnivora” dopo le 22:00. Eppure, ahime’, da quando ho adottato questa scelta, ho sempre avuto molta piu’ difficolta’ a “sopportare” le derive estremiste e talvolta deliranti dei miei “colleghi” piuttosto che le teorie, a mio avviso errate, ma pur sempre rispettabili di chi non condivide la mia scelta. Ed e’ sempre stato da altri vegetariani “piu’ puristi” di me che ho dovuto subire le inquisizioni piu’ rigide e le lezioni di moralismo piu’ taglienti in merito alla mia presunta incoerenza; insomma, non mangi carne e pesce, ma perche’ le uova, e perche’ il latte e perche’ i formaggi, e poi il caglio e poi…che due palle! Scrivo articoli di alimentazione che propongo saltuariamente ad alcuni siti dedicati alla nutrizione, non solamente vegetariana. Eppure l’attacco piu’ violento mi e’ stato sferrato da un sito di nutrizione vegana in risposta ad un mio articolo che, nel parlare dei grassi saturi, elevava il burro ad un livello qualitativo, dal punto di vista nutrizionale, migliore degli olii vegetali idrogenati. Un ragionamento che, credo e spero, nessun esperto di nutrizione avrebbe problemi a condividere ma che e’ invece apparso addirittura “assurdo” a chi considera la mungitura delle vacche un atto “indegno”. Alleluia! Ma perche’ essere vegetariano significa necessariamente diventare isterici e autoreferenziali? Sono fermamente convinto che sia la presunzione che la nostra scelta sia eticamente e moralmente migliore a rendere il vegetarianismo ancora un concetto poco comprensibile e, sopratutto, antipatico a molti. Io ripudio la teoria secondo la quale il nostro comportamento sia migliore di tanti altri, perché io stesso, prima ancora di essere vegetariano, ho mangiato animali, eppure non ho mai pensato per questo di essere un reietto. Il vegetarianismo e’ una scelta difficile, che richiede tempo, maturazione, impegno, dedizione ed anche risorse economiche. Provate un po’ ad alimentare una famiglia di 5 persone a fettine di tofu biologico, spezzatino di soia organica o bistecche di seitan; provate a sostituire latte e biscotti con latte di soia biologico, gallette senza grassi aggiunti e succo puro di uva e melograna senza conservanti: probabilmente una famiglia “normale” non arriverebbe alla seconda settimana del mese. Due volte su tre, quando pago il conto del mio shopping vegan-biologico al negozietto di fiducia, sono costretto a pagare con carta di credito perche’ il contante che ho a disposizione non mi e’ sufficiente. Allora una scelta etica si’, ma forse anche una sega mentale per ricchi, mi dico provocatoriamente. Quanta terra e quanta acqua sono serviti per produrre la mia rachitica carota biologica? Non me ne vogliano i miei amici vegetariani. Le mie sono “autoprovocazioni”, o, se volete, ragionamenti ad alta voce che mi aiutano a mantenere un giusto livello di umilta’ ed evitare derive autoreferenziali. Oggi mi definisco un “vegetariano di buon senso”, convinto delle mie scelte ma rispettoso di quelle altrui, consapevole dei principi che giustificano la mia scelta, ma senza dogmatismi, sempre pronto a riflettere sulle critiche e sulle posizioni diverse e, sopratutto, innamorato delle mie incoerenze e delle mie incertezze. Per questo auspico sempre un maggiore sforzo da parte di noi vegetariani ad abbandonare ambizioni di proselitismo a favore di comportamenti di buon senso, fondati sull’equilibrio e sul rispetto, per fare in modo che le nostre scelte vengato capite anziche’ imposte.

Negativity bias

Clinical psychologist say that two kind of people seek theraphy: those who need tightening and those who need loosening. But of every patient seeking help to become more organised, self-controlled and responsible, there is a waiting room full of people hoping to loosen up, lighten up and worry less about the stupind things that ruin their life. Why is that? It is based on a simple principle that goes back to our brain development that sounds like: "bad is stronger that good". Imagine how the mind of a fish is developed. Does it have to respond as strongly to opportunities as to threats? No way. The cost of missing food is low; odds are that there are many other fishes and food in the sea and that one mistake won't certainly lead to starvation. But what is the cost of missing the sign of a coming predator? Catastrophic, game over, end of the line. This principle is called "negativity bias". Psychology has found that human mind reacts to bad things more quickly, strongly and more persistently than to equivalent good things.
The fact is that our behaviour is governed by opposing motivational systems: an approach system, which triggers positive emotions and makes you want certain things; and a withdrawal system, which triggers negative emotions and makes you pull back from other things. Both systems are always active, monitoring the environment around us and ready to shift the balance in an istant and can change the way you evaluate things that happen next. In psychology there is an an experiment called "affective priming". You sit in front of a computer and you star at a dot at the center of the screen Every few seconds a word is flashed over the dot. In the experiment people have to tap with their right hand if the word means something good or likable and with their left hand if the word means something bad or dislikable. Unbeknownst to people, the computer also flashes out another word, a subliminal message, before the target word you are asked to rate. the experiment has proven that is the subliminal word is "fear", it would register a negative print on your mind, which will influence your opinion on the target word. So if the following word is boredom, you will find it easier tos ay that boredom is bad. If the word is garden, it will take you longer to say that it is good because it takes you few seconds to shift your meter from bad to good. Meditation can help in providing the tools to creat that positive attitude, that bright filter to our mind that can help to evaluate less negatively bad things and more positively good things.

martedì 7 settembre 2010

"Passiamo molta della nostra vita a fare nulla, gran parte ad odiare gli altri e quasi tutta a far qualcosa di diverso da cio' che vorremmo fare". Seneca

lunedì 6 settembre 2010

Maschere

Mero osservatore / di un popolo che non conosco
di gioie effimere / e vite strette a un cappio
a ognuno la sua maschera / a ognuno il suo destino
e un alito di vento / carezza l'Infinito

Shanty